N° 89

 

I PECCATI DEI PADRI

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Katherine Joanna  Stark è una ragazza di appena 13 anni il cui fisico mostra ormai i cambiamenti tipici dell’adolescenza: non più bambina e non ancora donna, anche se lei di certo si sente tale.

Solo due anni fa era convinta di essere la figlia dell’imprenditore di Chicago Howard Finch poi è arrivata l’inaspettata rivelazione: in realtà era nata da una relazione di sua madre con Tony Stark precedente al suo matrimonio con Finch. Da allora Kathy ha dovuto aggiustarsi alla sua nuova condizione, è stata rapita almeno un paio di volte, ha rischiato di essere venduta a dei pedofili, ha visto sgretolarsi il matrimonio di sua madre e ha dovuto affrontare il suicidio dell’uomo che credeva suo padre.[1] Non c’è da meravigliarsi se la sua innocenza è persa da tempo.

Ora è in piedi accanto alla limousine che l’ha riportata da scuola assieme ai suoi fratellastri più giovani, Howard Finch Jr. e Anderson Stark. Osserva la Stark Tower completamente sigillata in seguito ad una non meglio identificata minaccia[2] e cerca di avere l’aria di chi sa esattamente cosa sta succedendo.

-Perché non possiamo entrare Kathy?- le chiede il piccolo Andy, sei anni, adottato da Tony assieme a Pepper Potts.

-Ci sono degli uomini cattivi dentro che ora non possono uscire.-

-Ma nemmeno la mamma e gli altri possono farlo.-

            Andy ha ragione: Kathy non è ben certa di come funzioni il protocollo di sicurezza della Torre ma se gli aggressori sono intrappolati all’interno, lo sono anche i residenti. Può solo sperare che suo padre abbia pensato anche a questo.

            Tra la folla vede altri due ragazzi: i fratelli Tommy e Kevin Byrnes, figli di Gayle Watson, l’assistente personale della Vice Presidente della REvolution.

            Tommy è poco più grande di lei e Kathy non può negare di esserne attratta. Gli si avvicina e lo saluta:

-Ciao Tommy.-

-Ciao Kathy.- risponde lui accennando un sorriso -Qualche idea su cosa stia succedendo?-

            La stessa domanda di Andy e la risposta non è diversa:

-Buio completo.-

-Mia madre è la dentro. Spero che non le sia accaduto nulla.-

            Kathy sta per dire qualcosa quando si accorge che alcuni dei presenti hanno alzato gli occhi verso il cielo. Lo fa istintivamente anche lei e vede avvicinarsi una figura volante. I colori rosso ed oro e i riflessi del Sole sul metallo le fanno capire di chi si tratta.

-Sono arrivati i rinforzi.- dice a Tommy.

 

            Il Detective di Primo Grado del Distretto di Central Park John Laviano sembra uscito da un film noir degli anni 40: impermeabile stazzonato e cappello di feltro compresi. Il suo collega, il Detective afroamericano di Secondo Grado Stan Witts, invece, sembra uscito da un film dell’era della blaxploitation.

            Il motivo per cui sono venuti nella sede della Stark-Fujikawa è per interrogare Ezekiel Stane, Vice Presidente Fusioni e Acquisizioni, a proposito di un omicidio in cui potrebbe essere coinvolto.

Al loro arrivo hanno scoperto che il giovane Stane è stato aggredito da…-

-Goblin? Ne siete sicuri ?- chiede Laviano perplesso.

-Crede che lo potrei confondere con qualcun altro?- ribatte seccamente Morgan Stark -Quel dannato ha minacciato uno dei miei dirigenti. Esigo che sia arrestato.-

-Non sarà facile.- replica Laviano -Non sappiamo chi sia.-

-Norman Osborn, chi altro potrebbe essere?-

-Lui nega e poiché ci sono stati almeno altri quattro Goblin in passato, non possiamo escludere che sia così anche stavolta. In altre parole, non abbiamo prove contro di lui.-

-E gliela farete passare liscia ?-

-Non faccia la voce grossa, Mister Stark . Daremo la caccia a quel bastardo, può starne sicuro, ma non certo per far piacere a lei.-

-Mi interessa un’altra cosa al momento.- dice Laviano -A quanto avete detto, Goblin ha accusato Mister Stane di averlo incastrato per l’omicidio Vandergill.-

-Tutte sciocchezze, vaneggiamenti di un pazzo.- ribatte Zeke Stane -Io non ho nulla a che fare con l’omicidio di Vincent Vandergill. Che motivo avrei avuto per ucciderlo? Stava per firmare la cessione della Oscorp. Mi serviva vivo. Ora dovrò ricominciare da capo.-

            Laviano è disgustato dal cinismo del giovane ma deve ammettere che il suo discorso ha senso. Eppure il suo istinto gli dice di non fidarsi.

 

            Non molto distante, badando bene a non farsi sentire, Michael O’Brien sta facendo una chiamata col suo starkphone. Come capo della sicurezza della Stark Tower è stato immediatamente avvisato dell’emergenza e maledice il fato che l’ha portato lontano proprio adesso.

Sul display appare Happy Hogan che si sta infilando l’armatura di Iron Man.

<<Non preoccuparti. Ci penso io, Quel bastardo del figlio del Mandarino si pentirà di essere entrato qui.>>

-Non sottovalutarlo.- lo ammonisce Mike -Io l’ho affrontato e ti garantisco che è molto pericoloso.-

<<Non quanto suo padre e sono sopravvissuto ad un match con lui.>>

            Mike scuote la testa. Inutile discutere con lui: ha tutta la proverbiale testardaggine degli Irlandesi. Chiude la conversazione sperando che le cose vadano per il meglio.

-Guai?- gli chiede la sua compagna, la bionda Agente dello S.H.I.E.L.D. Judith Klemmer, che nel frattempo gli si è avvicinata.

            Mike racconta rapidamente a Judith cosa sta accadendo alla Stark Tower omettendo ovviamente che Happy è uno degli Iron Men; l’attraente agente svizzera sa già che lui è uno di loro e non è il caso di mettere in pericolo anche l’identità degli altri.

-Il Mandarino e i suoi figli sono classificati come minacce alla pace mondiale, il che rende questo un mio problema. Vado alla Torre.- afferma la donna.

-Bene.- ribatte Mike -Perché è quello che intendo fare anch’io.-

 

 

2.

 

 

            Iron Man si avvicina rapidamente alla Stark Tower. L’intero edificio è praticamente sigillato ma se il sistema di sicurezza è efficace per tenere fuori gli aspiranti assalitori, cosa accade se l’intruso è già dentro? Quelli rimasti nella Torre sono soli contro la minaccia. Decine di lavoratori, di amici e Pepper. Lei è lì dentro, ne è certo, non è il tipo da scappare lasciando tutti gli altri nei guai. Per fortuna i ragazzi sono fuori. Li vede distintamente dall’alto e quasi si vergogna del suo sospiro di sollievo.

            Tony Stark fissa ancora la torre ed aziona un comando a distanza. Un pannello comincia lentamente ad aprirsi.

 

            Non appena l’allarme della Torre ha cominciato a suonare e le porte a chiudersi, il giovane il cui nome è Temugin ha semplicemente schioccato le dita ed i suoi abiti sono immediatamente mutati in quello che in Occidente chiamano abito alla Mao. Magia o scienza che sia poco importa, ciò che conta è l’effetto.

            Davanti a lui c’è un pannello di solidissimo acciaio o di qualche altro materiale forse anche più resistente. Temugin lo fissa con attenzione, poi lancia un urlo e lo colpisce col pugno chiuso.

            Per qualche istante non accade nulla poi il pannello cade in mille frammenti e Temugin avanza di nuovo.

<<Complimenti. Non credevo che ci saresti riuscito. Hai usato le mani mortali del Kung Fu?>>

            La voce filtrata elettronicamente risuona alle sue spalle e Temugin si volta e si trova davanti la figura massiccia di Iron Man. Lo squadra per pochi istanti poi dice:

-Tu non sei Stark, non sei degno della mia attenzione.-

            Dal suo dito indice destro scaturisce un raggio di forza che proietta la figura rossa e oro oltre una parete.

 

            Il Sin-Cong è un piccolo Stato situato nella penisola indocinese stretto tra vicini molto, troppo potenti. Fino a pochi istanti fa, in un salone del miglior hotel della sua capitale si stava svolgendo un incontro tra una delegazione governativa ed alcuni alti dirigenti della REvolution, la Fondazione Maria Stark e la Fondazione Taylor poi una parete si è infranta sotto la spinta di un carro armato.

            La Dottoressa Glenda Sandoval, una donna attraente di origine portoricana con ascendenze sia africane che indie, aveva accettato di venire sin qui da New York per supervisionare e verificare l’uso di materiale medico fornito con il contributo delle due fondazioni ma si è ritrovata minacciata di morte, cosa non nuova per lei a dire il vero. La cosa bizzarra è che quello davanti a lei, dimensioni a parte, sembra un carro armato giocattolo ma Glenda sospetta che dal cannone puntato sui presenti usciranno proiettili veri.

            Improvvisamente un raggio di calore colpisce la torretta fondendola.

<<L’attacco a civili innocenti è una cosa che mi fa decisamente arrabbiare.>>

A quanto pare, è appena arrivata la cavalleria nei panni metallici di War Machine.

 

 

3.

 

 

            All’interno della Stark Tower Happy Hogan, nell’armatura di Iron Man, si rialza e si rivolge a Temugin:

<<Amico, sono stato pestato da gente più tosta di te e sono ancora qui per raccontarlo.>>

            Il figlio del Mandarino lo fissa con un’espressione sul volto che potrebbe quasi sembrare di rammarico e replica:

-La tua arroganza ti tradisce: tu devi essere il pugile di colore o quell’altro. Mio padre non vi rispetta.-

<<Sai quanto me ne frega del rispetto di quel pazzoide di tuo padre!>> ribatte Happy.

            Stende i palmi delle mani e spara una doppia scarica di repulsori ma Temugin ha eretto istantaneamente un campo di forza che lo protegge dalla furia del colpo.

-Un tentativo futile- dice poi -Credevi davvero di potermi sconfiggere così facilmente?-

<<A dire il vero, ci avevo fatto un pensierino->>

            Happy sferra un pugno contro il campo di forza e poi un altro e un altro ancora.

-Semplici pugni contro il potere del Mandarino?- C’è un tono incredulo nella voce di Temugin -Lascia che ti mostri cosa penso dei tuoi pugni.-

            Lascia cadere il campo di forza poi, con un gesto rapido, afferra i polsi del suo avversario e li stringe come se invece di metallo quello tra le sue mani fosse seta.

-Questo è il vero potere!- afferma.

<<Facile fare il gradasso quando puoi aumentare a piacere la tua forza.>> ribatte l’uomo in armatura <<Ma non te la darò vinta.>>

            Chiamatela come volete: forza di volontà o pura e semplice testardaggine irlandese ma Happy Hogan si libera dalla stretta di Temugin e lo spinge indietro,

<<E adesso ti darò la lezione che ti meriti.>>

            Iron Man avanza. Gli anelli alle dita di Temugin brillano mentre si prepara a colpire ancora, poi ode un rumore alle sue spalle e si gira di scatto rilasciando un raggio da uno degli anelli.

 

            Nel lontano Sin-Cong un altro uomo in armatura si confronta con un altro figlio del Mandarino.

<<Giocattoli.>> borbotta War Machine mentre i suoi cannoncini distruggono il carro armato ingrandito dal potere di Madama Macabra <<È tutto qui quel che sai fare?>>

-No.-

            A parlare è stata una donna cinese che indossa un cheongsam[3] verde coi bordi dorati.

-I miei poteri sono molto più forti ed ora lo vedrai.-

            La figlia adottiva del Mandarino agita le mani e l’armatura di War Machine comincia a restringersi addosso all’uomo all’interno.

-Posso ingrandire o ridurre qualsiasi cosa e la tua armatura non fa eccezione.-

            James Rupert Rhodes si ritrova ad avere una sola possibile scelta: sfilarsi l’armatura, anche se questo significa rivelare la sua identità e ritrovarsi potenzialmente alla mercé della sua avversaria.

Si prepara a farlo quando, inaspettatamente, la giovane donna è colpita alle spalle da qualcuno. Mentre cade, un uomo con un costume rosso e giallo si rivela alle sue spalle: l’eroe cinese chiamato Spirito del Popolo.

-Non è onorevole colpire una donna alle spalle…- dice -… ma non potevo fare altrimenti.-

            Rhodey sente l’armatura tornare alle sue dimensioni normali e sospira. L’intervento dell’uomo in costume è stato tempestivo ma deve ammettere di non amare troppo l’idea di essere stato salvato… o è perché stava rischiando di essere sconfitto da una donna? Meglio non pensarci.

 

            Justine Hammer segue con attenzione le notizie economiche su un canale specializzato.

<<Dopo i recenti avvenimenti, il titolo della Osborn Corporation ha subito un drastico crollo a causa di una corsa selvaggia alla vendita. Solo una settimana fa il titolo aveva visto triplicare il suo valore in poco tempo a causa della scalata ostile intrapresa dalla Stark-Fujikawa, scalata ora a rischio. L’incertezza seguita all’assassinio del Presidente della Oscorp Vincent Vandergill spaventa gli investitori. Il CEO[4] della Oscorp Leslie Farrington si è rifiutato di rilasciare commenti.>>

            Justine si rivolge al giovane uomo al suo fianco:

-Direi che è andato tutto come previsto.-

-Dopotutto era un mio piano.- ribatte l’altro con un sorriso.

-Sei arrogante e presuntuoso, lo sai, Zeke?-

-Non è per questo che ti piaccio?- replica Ezekiel Stane.

            Justine scoppia a ridere.

 

 

4.

 

 

            Madame Macabra tace da quando si è svegliata saldamente legata. Ha solo fissato i suoi carcerieri con occhi pieni di odio.

-Non ho mai smesso di cercare Fūrén Kěpà[5] fin da quando ci siamo incontrati la prima volta.[6] La fortuna è una dea capricciosa ma stavolta ha voluto essermi alleata.- spiega Spirito del Popolo alle persone radunate intorno a lui .

            Jim Rhodes lo ascolta con attenzione scrutando anche i presenti. A quanto pare, nella confusione nessuno si è accorto della sua scomparsa in contemporanea con l’apparizione di War Machine, una fortuna che non avrà di certo la prossima volta

-Quello che vorrei capire…- interviene Andrew Chord -… è che interesse ha il Sin-Cong per uno come il Mandarino. Ok, la conquista del mondo deve pur cominciare da qualche parte, ma perché proprio da qui?-

-Il Sin-Cong è meno importante per il Mandarino della vostra presenza qui.- risponde il supereroe cinese -Lui non vuole la presenza della Fondazione Taylor o di alcuna altra impresa legata a Tony Stark. Vuole mantenere la purezza di questi posti.-

-Sembra molto informato sui piani del Mandarino, mister.- commenta Glenda  Sandoval.

-I servizi di sicurezza della Repubblica Popolare studiano da anni il Mandarino.-

-Non vi è servito a molto, visto che è ancora libero.-

-Purtroppo sono costretto ad ammettere che abbiamo avuto più di un fallimento, Dottoressa, ma non smetteremo di tentare. Per questo sono qui.-

-Ma il Mandarino non è qui, giusto ?- insiste Glenda.

-E chi può dirlo per certo? Quell’uomo è imprevedibile.- dice Rhodey.

Poco distante Madame Macabra accenna un sorriso.

 

            Alla Stark Tower a New York un raggio di forza parte dall’anello di Temugin mentre la donna dai capelli castano ramati tagliati a caschetto esclama:

-Terry?-

-No!- grida lui e nella sua voce c’è una sfumatura di paura.

            Forse è merito della forza di volontà di Temugin o forse la traiettoria del raggio era già imprecisa a causa della fretta con cui è stato sparato, fatto sta che sfiora soltanto la testa di Gayle Watson facendola cadere a terra svenuta.

Temugin si blocca e dice:

-Non doveva andare cosi: nessun innocente doveva soffrire, specialmente non lei.-

<<Credi che basti qualche parola di rammarico, farabutto?>> lo apostrofa Happy Hogan.

-Colpiscimi, se vuoi .- replica Temugin -Non mi difenderò.-

            Prima che Happy possa prendere una qualunque decisione, la parete esterna accanto a loro si apre ed entra un altro Iron Man.

-Stark, finalmente.- commenta in tono amaro -Ma ormai è troppo tardi.-

<<Che diavolo è successo ?>> chiede Tony perplesso.

            Happy glielo spiega rapidamente e Tony prende rapidamente una decisione:

<<Porta Mrs. Watson in ospedale. Di Temugin mi occupo io.>>

            Happy non perde tempo e spicca il volo con Gayle Watson tra le braccia. Tony si volge verso il figlio del Mandarino.

-Non c’è bisogno di combattere, Stark.- dice lui –Mi arrendo spontaneamente.

<<Se è un altro trucco…>>

-Nessun trucco, io sono un uomo d’onore, dovresti saperlo ormai.-

            Questo è uno sviluppo assolutamente inaspettato, pensa Tony.

 

            In un lussuoso attico di Manhattan una donna bianca dai lunghi capelli neri si gode le delizie di una vasca idromassaggio assieme ad un afroamericano dal fisico snello, il cranio rasato e folti baffi scuri.

            Il nome della donna è Selene e, per quanto sembri impossibile a vederla, ha almeno dodicimila anni. È forse la più antica mutante conosciuta e deve la sua longevità all’essere una sorta di vampira che si nutre delle energie vitali altrui. Un effetto collaterale del suo potere è che chi sopravvive al suo tocco ne diviene schiavo, non ha altra scelta che obbedire ad ogni suo capriccio.

            È esattamente quel che è capitato all’uomo che è con lei ed il cui nome è Parnell Jacobs. È stato molte cose nella sua vita: marine pluridecorato, mercenario, trafficante d’armi, supercriminale. Aveva cercato di ricominciare stando dalla parte giusta poi è stato toccato da Selene e nulla ha più avuto importanza se non servirla e soddisfarla in tutto e per tutto.

-Ho una missione per te, mio caro Parnell… o meglio: per il tuo alter ego Warwear. La compirai per me?- dice lei sorridendo.

-Farei qualunque cosa per te, lo sai.- risponde lui.

            Selene sorride compiaciuta.

 

 

5.

 

 

            L’Howard A. Stark Memorial Hospital è uno dei migliori centri medici di New York, posseduto e gestito dalla Fondazione Maria Stark. È qui che è stata portata Gayle Watson. Per sua fortuna la ferita alla testa è superficiale ma i medici hanno comunque deciso di trattenerla per un po’ sotto osservazione.

            In una stanza privata ora riceve la visita di amici e parenti. C’è anche Tony Stark, ufficialmente per accompagnare sua figlia Kathy, che ha voluto a tutti i costi venire. È abbastanza ovvio che abbia una cotta per il figlio maggiore di Gayle, Tommy. Ovvio per Pepper Potts almeno, ma, si chiede lei, lo è anche per Tony.

            L’inventore miliardario ed ex playboy si allontana dalla stanza e Pepper lo raggiunge.

-Conoscendoti, direi che sei turbato.- gli dice.

-Stavo pensando a come le vite di tutti quelli che mi stanno intorno siano sempre in pericolo. Oggi Gayle poteva morire e domani potrebbe toccare a te.- replica Tony.

-Lo so quasi da quando ti conosco.- replica lei abbracciandolo -E non m’importa. Starò al tuo fianco sempre.-

-Non so che farei senza di te.-

-Non ti permetterò di scoprirlo, Mr. Stark.-

Pepper lo bacia e Tony dimentica, almeno per un po’, ogni preoccupazione.

 

Lo hanno messo in isolamento totale non del tutto convinti della sua remissività ed ora è sotto interrogatorio da parte di una squadra mista di poliziotti, agenti federali e dello S.H.I.E.L.D., un piccolo incubo giurisdizionale.

-Quel che vogliamo sapere…- dice il Vice Direttore del F.B.S.A. Derek Freeman -… è quali siano i piani del Mandarino.-

-I piani di mio padre sono troppo complessi per menti limitate come le vostre.- replica, tranquillo, Temugin.

-Ma davvero?- replica un poliziotto -Beh, queste menti limitate ti hanno incastrato.-

-Sono io che mi sono arreso e resterò nelle vostre mani finché lo vorrò, non un minuto di più.-

 

            Anna Wei rientra nella sua stanza ripensando agli eventi della giornata. Rimane per un attimo sconcertata alla vista dell’uomo seduto su una poltrona.

-Bentornata Anna.- le dice lui.

-Lei?- esclama la ragazza.

            L’uomo sorride e replica:

-Ho apprezzato il tuo lavoro finora. Hai ben servito mia figlia ed ora mi aiuterai a portare a termine i miei piani qui.-

            Anna rimane per un attimo incerta poi si inchina e dice:

-Vivo per servire il potente Mandarino.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Nulla davvero da dire su quest’episodio. Nel prossimo episodio molti nodi vengono al pettine ed altri si ingarbugliano ancor di più.

            Non mancate.

 

 

Carlo



[1] In troppe storie per rammentarle tutte.

[2] E chi ha letto l’ultimo episodio, sa di che minaccia si tratti.

[3] Tipico abito femminile cinese

[4] Chief Executive Officer.

[5] Madame Macabra in Cinese.

[6] Due episodi fa